Alice
Nome scientifico: Engraulis Encrasicolus
MORFOLOGIA: Pesce azzurro di piccole dimensioni con muso conico, appuntito e notevolmente prominente. Corpo snello, allungato e a sezione ovaliforme. Grande testa, circa 1/4 della lunghezza totale con occhi grandi. Ampia bocca, con lunga mascella superiore prolungata ben all’indietro dell’occhio, e con la mascella inferiore corta che all’indietro raggiunge quasi il bordo del pre-opercolo. Pinna dorsale corta, inserita all’incirca a metà del corpo e pinna caudale forcuta. La colorazione è azzurro-verdastra dorsalmente mentre sui fianchi e sul ventre argentea con una striscia grigio-azzurra tra il dorso scuro ed i fianchi chiari. Le alici si distinguono dalle sardine, con le quali condividono pressoché le stesse dimensioni e quasi le stesse abitudini, per il profilo del capo (la mascella inferiore è più breve della superiore) e per la linea mediana ventrale (liscia e smussata mentre nella sardina è tagliente e dentellata). La taglia è compresa tra 15-20 cm; la lunghezza massima è di 20 cm e la lunghezza minima di pesca è di 9 cm o 110 esemplari per kg.
CARATTERISTICHE ECOLOGICHE: Specie comune nel Mar Mediterraneo, Mar Nero e Oceano Atlantico orientale. Vive in profondità, si avvicina alla costa per deporre le uova da maggio a ottobre. Si pesca prevalentemente con reti da circuizione e reti pelagiche volanti.
TIPOLOGIE COMMERCIALI/UTILIZZO IN CUCINA: Viene commercializzata fresca, congelata, come conserva all’olio, marinata cruda, salata e salata all’olio in filetti o pasta. E’ utilizzata sott’olio in centinaia di ricette, il prodotto fresco si può preparare in molteplici maniere: infarinato e fritto, al forno, in umido, alla griglia.
CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI: Carni gustose e saporite, semigrasse ad alta digeribilità. L’alice ha un ottimo contenuto proteico pari a 15,5 g su 100 g di parte edibile, un buon contenuto in grassi (2,6 g) ed un basso contenuto in carboidrati (1,51 g). E’ inoltre ricca in vitamine, principalmente A e B, ferro e fosforo in condizione di freschezza, nel prodotto trasformato alcuni elementi (vitamine e sali minerali) sono persi. Tra gli acidi grassi saturi il più rappresentativo è l’acido palmitico con quasi il 29%. Tra i monoinsaturi l’acido oleico è quello ritrovato in concentrazioni maggiori con il 10,2%. Infine tra gli acidi grassi polinsaturi quelli maggiormente presenti sono EPA e DHA con il 9,6% ed il 18,5% rispettivamente. Il rapporto ω6/ω3 è di 1 a 5
Scheda realizzata con la preziosa collaborazione tecnica scientifica dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” (sede di Termoli). Ne è vietata la riproduzione anche solo parziale.
