Triglia

Pesce di piccola taglia con profilo del capo molto ripido e corpo allungato leggermente compresso, è ricoperto di squame facili da staccare. La testa è abbastanza grande e sotto la bocca, situata nella parte inferiore del capo, ha due lunghi barbigli

Triglia

Nome scientifico: Mullus barbatus

MORFOLOGIA: Pesce di piccola taglia con profilo del capo molto ripido e corpo allungato leggermente compresso, è ricoperto di squame facili da staccare. La testa è abbastanza grande e sotto la bocca, situata nella parte inferiore del capo, ha due lunghi barbigli. Gli occhi sono grandi e si trovano al margine superiore del capo. Ha un colore roseo con presenza di macchie rossastre sul corpo. La taglia è compresa tra 10-20 cm, raggiunge al massimo la lunghezza di 30 cm, mentre la taglia minima di pesca è di 11 cm.

CARATTERISTICHE ECOLOGICHE: Specie comune nel Mediterraneo e Atlantico orientale dalla Norvegia al Senegal. È una specie demersale che vive sui fondi fangosi o sabbiosi da 10 a 500 metri di profondità. La specie ha una particolare distribuzione batimetrica caratterizzata da un reclutamento estivo strettamente costiero e dal successivo spostamento della popolazione verso profondità maggiori. Si pesca con reti a strascico o lenze.

TIPOLOGIE COMMERCIALI/UTILIZZO IN CUCINA: Viene commercializzata fresca. Sui nostri mercati è una specie di notevole interesse e presente comunemente. Carni eccellenti e molto ricercate; gustosissime alla griglia e al forno, ottime fritte e anche per preparare zuppe.

CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI: Le sue carni sono morbide, semigrasse e saporite. La carne della triglia è pregiata e il valore nutrizionale è alto per l’elevato apporto di proteine (15,8 g/100 g di parte edibile), carboidrati (1,09 g/100 g) e sali minerali (ferro, fosforo, calcio). Anche le vitamine, assumono una discreta importanza (vitamina A, B1, B2, B3). Il contenuto lipidico è elevato, ma non eccessivo (6,2 g/100 g), vi sono pesci con un tenore più elevato di grassi. Tra gli acidi grassi saturi il più rappresentativo è l’acido palmitico con quasi il 23,3%. Tra i monoinsaturi l’acido oleico è quello ritrovato in concentrazioni maggiori con il 27,4%. Infine tra gli acidi grassi polinsaturi quelli maggiormente presenti sono EPA e DHA con il 6,5% ed il 5,12% rispettivamente. Il rapporto w6/w3 è di 1 a 13.

NOTE: Specie particolarmente deperibile. La freschezza si riconosce dalle carni sode, dall’occhio vivo e lucido e dal caratteristico odore; al contrario, le carni poco compatte o rotte e le interiora che fuoriescono alla semplice pressione di un dito, sono sinonimo di non freschezza.

Scheda realizzata con la preziosa collaborazione tecnica scientifica dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” (sede di Termoli). Ne è vietata la riproduzione anche solo parziale